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WOODYS SNOW

- il primo storyboard di legni-animati -

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Quando i Woodys videro la neve non stettero più nella pelle, ehm … nella corteccia.
- Omero! Omero! portaci fuori – urlarono saltellando sulla libreria come anima-legnetti impazziti.
Gli aprii la porta. Vuoi sapere cosa accadde?
IL DELIRIO!
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La Ragnagosta fu la prima ad avere un pensiero deviante e diede sfogo alla sua natura prensile.
- Yahoo! - gridò per la gioia, o per il freddo.
Di sotto gli altri Woodys facevano il tifo.

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La Ragnagosta, esaltata, si mise perfino in equilibrio sul cornicione.
Il FantaPippo, pauroso com'era, lanciò un urlo.

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Imperterrita la Ragnagosta si arrampicò sul pitosforo, con una destrezza da fare invidia a una ranantola.
- Guardatemi, ora mi butterò giù, nel vuoto.
- Buttati, buttati – urlò Occhio di Pino trotterellando in circolo insieme a Giraffella.
- Noooo! Ti spezzerai le canne – si disperò il FantaPippo.
Ma la Ragnagosta sapeva quello che faceva. Si lanciò, si aprì come uno scoiattolo volante e atterrò come un petalo.

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Sua cugina, la Ranantola, non volle essere da meno. Così s'arrampicò sul ramo più alto di un ulivo. S’impennò e poi …. si lanciò nel vuoto.
Ruotò in aria poi atterrò in piedi come un trapezista.
- Wow! – gridarono in coro i Woodys.

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Giraffella, presa dall’entusiasmo ma incurante del suo handicap articolare, arrancò fino a raggiungere il cornicione. Fischiettava mascherando la fatica, e la paura.
Sotto gli animalegni la acclamarono – Gi-ra-ffe-la! Gi-ra-ffe-la! Gi-ra-ffe-la!
Improvvisamente le lunghe zampe si ingarbugliarono.
- Ohhhh, ai … aiutooooo!
Giraffella perse l’equilibrio e rotolò giù.

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PataPufff!
I Woodys si strinsero attorno a lei.
- Non dà nessun segno!
- Non muove più le gambe.
- Alzati alzati, Giraffella ci sei? Gridò il FantaPippo

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- Hic! Tranquilli ragazzi, un po’ scortecciata ma sono ancora viva e vegetale.
Però noi notammo che le sue gambe scricchiolavano come un vecchio parquet e le labbra erano più gonfie del solito.

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- Forza FantaPippo, ora sta a te. Devi vincere le tue paure, sali in alto e respira a fondo – gli urlò Giraffella.
- Fa-nta-Pi-ppo! Fa-nta-Pi-ppo! Fa-nta-Pi-ppo! Gridarono tutti.
Lui prese il coraggio a quattro rametti e s'inerpicò fino al bordo di un gradino. Appena guardò nel vuoto gli vennero le traveggole.
- Hooooo, aiutooooooo!

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- Hoioi, lo sapevo di non darvi ascolto. Mi sarò scheggiato il naso come minimo.
- Ma va là, non fare il FantaPippo, ti sei solo appoggiato sulla neve fresca. Coraggio, rialzati! - dissi io.

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I Woodys mi acclamarono. Stava a me. Iniziai a raccontargli una breve storia e nel mentre mi mostrai su un ramo.
- Hooo, come ha fatto Omero? Non l’abbiamo nemmeno visto salire – esclamò Occhio di Pino.
Il saggio Tartadrillo disse: - Omero è salito a parole, le sue sono talmente potenti che sono reali. È la forza delle storie, ragazzi, e lui è un maestro nel raccontarle.

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E poi, gioco di società. Ci mettemmo a fare un bel Babbo Natale. Cappuccetto Giallo salì in cima al mucchio per fare da modello.

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Sul più bello arrivò un animale in carne e ossa con una ruspa in mano. Voleva far piazza pulita.
- Toglietevi dai piedi! Pezzi di legno che non siete altro.
- Anima-legnetti, prego – precisò la Ranantola e poi urlò: – Addosso ragazzi!
Andro Gino si mise a sparare tutto quello che aveva in corpo. La Ranantola sgambettò come un tronco infuriato, mentre la Ragnagosta si arrampicò sul manico per prendere il tizio alla gola.
Ma arrivò un camion a rimorchio che iniziò a strombazzare come un dannato.
- Allora! Lo liberiamo questo traffico o no? Ho 200 quintali di dolci al plutosaccarosio da consegnare agli ipermercati. Santo Dio è Natale, tra poco arriveranno i bambini!
Pooot! Poot! Poooot!
Così lasciammo libera la strada al traffico del Natale. Del resto scricchiolavamo tutti dal freddo e rischiavamo di prenderci la legnoporosi. 

 

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Così tornammo sulla libreria a leggere le storie degli altri.

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