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I WOODYS E L'ARTE

"L'arte è genesi, l'arte è scoperta di mondi possibili, l'arte è incontro tra l'invisibile e la natura, è l'archetipo della formazione, è immagine formativa, è sempre passaggio dal caos al cosmo, è figura che indica lo stato vitale della forma, non è visibilità, bensì un rendere visibile". 

(I simboli e l’invisibile. Figure e forme del pensiero simbolico. Elio Franzini. Il Saggiatore, 2008. Pg.174).

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"L'arte è il disvelarsi di un senso capace di far sentire e di far pensare, cioè di far comprendere il senso stesso della storia nella sincronicità dell'intuizione. L'arte aiuta a evidenziare come il simbolo sia un'esigenza spirituale, un modo per imparare a vedere". 
(I simboli e l’invisibile. Figure e forme del pensiero simbolico. Elio Franzini. Il Saggiatore, 2008. Pg.249).

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"Di rado le opere d'arte sono fisicamente prodotte dalle forze che si percepiscono nella loro configurazione. La torsione a spirale di una figura barocca non si genera dalla stessa torsione della materia fisica che ha prodotto la spirale delle corna di un ariete. Il marmo non viene plasmato o abitato da forze attorcenti: l'opera d'arte è creata da forze esterne impiegate dagli arnesi dell'artista, e i colpi di cesello dello scultore hanno raramente affinità formali con la forma della statua". Arte e percezione visiva, Rudolf Arnheim.

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- "Se le cose naturali fossero generate non solo per natura, ma anche per arte, esse sarebbero prodotte allo stesso modo di come lo sono per natura". Aristotele, Fisica.

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- "L'arte, limitandosi a imitare la natura, non può mai gareggiare con essa e acquista l'aspetto di un verme che si sforza di strisciare dietro a un elefante". Hegel, Estetica.

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"L'arte è rendere visibile l'invisibile." Paul Klee 

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- "Le forme più mutevoli, inconsistenti, effimere, impercettibili hanno da sempre costituito una sfida tra le più esaltanti per molti artisti".

(I principi della forma. Natura, percezione e arte. Giuseppe di Napoli. Einaudi, 2011, Pg.181).

Elefante cosmico, Joan Mirò
J. Mirò in cerca d'ispirazione
(Barcelloneta, 1955)
Forme uniche della continuità dello spazio. Umberto Boccioni.
Buste de Diego, Alberto Giacometti
Ritratti dipinti da Pablo Picasso
Ortolano, 1950. Arcimboldo
Il Baciamano, Mere Ubu di Joan Mirò, Mike dei Monsters della Disney

- “Perché i lineamenti vengano alla luce basterà seguire il metodo che in un passo famoso  (Trattato della pittura) Leonardo da Vinci consiglia per osservare le macchie che si formano sulla superficie dei muri come sulle pietre naturali”:

«Tu vi troverai dentro invenzioni mirabilissime, che lo ingegno del pittore si desta a nuove invenzioni, sì di componimenti di battaglie, d’animali e d’uomini… Perché nelle cose confuse l’ingegno si desta a nuove invenzioni». (Riportato in  Il medioevo fantastico, Jugis Baltrušaitis).

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"In realtà non abbiamo inventato niente: la prima opera d’arte riconosciuta come tale, risalente a tre milioni di anni fa, è un ciottolo di fiume conosciuto come Makapansgat Pebble. Somigliava a una faccia, ma era solo un sasso. Però un nostro antenato lo raccolse e lo portò nella grotta in cui gli archeologi lo trovarono. In quel momento diventò un’opera d’arte". Desmond Morriss.

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“La notion d’art è une charge dont il faut se débarasser. Il faut devenir un émetteur poétique sans se demander si c’est de l’art ou no, si c’est beau ou no, si c’est vendable ou no”. Jean Tinguely

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"La legge del caso, che racchiude in sé tutte le leggi e resta a noi incomprensibile come la causa prima onde origina la vita, può essere conosciuta soltanto in un completo abbandono all’inconscio. Io affermo che chi segue questa legge creerà la vita vera e propria". Hans Jean Arp

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“Un insieme di regole per scoprire gli organismi viventi all’interno dei blocchi inanimati si trova dunque inserito in una certa visione del mondo. È un pensiero metafisico, che implica però uno stile, una concezione d’artista.” (La natura animata in Il medioevo fantastico, Jugis Baltrušaitis)

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"Tutto l'universo visibile non è che un deposito di immagini e di segni ai quali l'immaginazione deve attribuire un posto e un valore relativo: una sorta di nutrimento che l'immaginazione deve assimilare e trasformare". 
(Scritti sull'arte. C. Baudelaire. Einaudi, 1980).

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"Il bello è sempre bizzarro. Non voglio dire che sia volontariamente bizzarro, poiché in questo caso sarebbe un mostro uscito dalle rotaie della vita: io dico che contiene sempre un po' di bizzarria, di bizzarria ingenua, non voluta, incosciente, e che è questa bizzarria in modo particolare che lo fa essere «Il Bello »"

(Scritti sull'arte. C. Baudelaire. Einaudi, 1980)

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 "Un designer capisce d'aver raggiunto la perfezione non quando non c'è più nulla da aggiungere, ma quando non rimane più nulla da togliere". 

(Antoine de Saint-Exupery)

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"La bellezza come segno di grazia, ma che può essere nascosta sotto spoglie d'umile bruttezza come un corpo di rana; e soprattutto la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante cose, l'infinità possibilità di metamorfosi di ciò che esiste". 

(Fiabe Italiane. Introduzione. Italo Calvino. Pag. XV).

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" ... il simbolo ha bisogno di techne e poiesis, di un processo narrativo in cui l'arte è una metafora in movimento che utilizza il suo supporto sensibile per esibire i contenuti simbolici dell’immagine stessa e, con essi, la loro emozionalità". 
(I simboli e l'invisibile. Figure e forme del pensiero simbolico. Elio Franzini. Il Saggiatore, 2008. Pg.85)

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I Woodys sono in legno.
"Simbolo è un prodotto dell’immaginazione che può essere richiamato in rapporto al problema delle potenzialità espressive dei materiali percettivi: esiste una caratterizzazione qualitativa dei materiali stessi che rimanda a una valorizzazione immaginativa ed è essa che conferisce al materiale una capacità espressiva". 
(I simboli e l'invisibile. Figure e forme del pensiero simbolico. Elio Franzini. Il Saggiatore, 2008. Pg.242)

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 "La rappresentazione simbolica che è opera dell'arte non ha alcun bisogno di una precisa dipendenza da cose già date in precedenza", in quanto indica un compito che è quello di "imparare ad ascoltare ciò che vuole parlare". 

(L'attualità del bello. Hans Georg Gadamer. Marietti, 1986. Pg.35)

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