top of page

FAVOLE XILOSOFICHE

Le favole xilosofiche sono racconti attraverso cui si rivela l’anima del legno. Sono favole eziologiche che, attraverso la metamorfosi, descrivono l’origine delle forme del legno. 

Oltre duemila anni fa Ovidio (Le Metamorfosi) raccontò le mutazioni del legno in Dafne, Siringa, le Eliadi, Drìope, Mirra. 

 

"Mentre parla, della terra si ammucchia attorno alle sue gambe; le unghie dei piedi si fendono e buttano fuori radici oblique, sostegno di un lungo fusto. Le ossa si fanno legno, il sangue trapassa in linfa, le braccia in rami grandi, le dita in rametti, la pelle s'indurisce in corteccia. E già la pianta crescendo ha fasciato il ventre gravido e ha sommerso il petto e sta per coprire il collo: non tollerando più indugi essa si fa scivolare giù incontro al legno che sale e il suo volto scompare sotto la scorza… Anche le lacrime possono essere onorate; le sue, che stillano dal tronco, hanno da lei il nome di Mirra, e celebri saranno in eterno”.

 

Duemila anni dopo Ovidio comparve l’incipit di una delle più celebri favole xilosofiche:

 

“C’era una volta…

- un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.

No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta…”

(Le avventure di Pinocchio. Carlo Collodi)

​

"Sentivo prender corpo anche in me quella passione da entomologo che rapidamente inclinava a trasformarsi in mania, per cui avrei dato tutto Proust in cambio d'una nuova variante del «ciuchino caca-zecchini». E il mio occhio si faceva – come nei maniaci – d'una mostruosa acutezza, per distinguere al primo sguardo … un tipo «Prezzemolina» da un tipo «Bellinda»… La smania catalogatoria – maniaca e solitaria – veniva scalzata dal desiderio di comunicare agli altri le visioni introspettive che apparivano al mio sguardo".

(Fiabe Italiane vol. primo. Italo Calvino, Mondadori, 2009.)

​

bottom of page