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PITOTI POTATI

Il “pitoto”, in dialetto camuno, è il disegno di un bambino che rappresenta l’uomo: pochi tratti tracciano una forma. “Pitoti” è anche il termine con cui in Valcamonica la popolazione chiama le figure incise sulle rocce oltre diecimila anni fa. 

Uomini danzanti, incisioni rupestri della Vallecamonica.

I “pitoti potati” sono piccoli rami, soprattutto di olivo, che ho reciso in vista di una figura stilizzata. Un mondo fatto di esseri acefali con gli arti mozzati dove l’espressività non è affidata al volto ma alle linee del corpo che creano movenze ed equilibri quasi impossibili. Esseri decapitati, amputati, filiformi e anoressici, crocifissi al proprio corpo, ossicini barcollanti, testimoni muti della profondità dell’anima che sopravvive alle fratture dell’estetica.

Di un’umanità senza più identità rimane la forma essenziale, quasi onirica e sfumata come nelle sculture di Alberto Giacometti, l’opera che la luce crea nel legno attraverso la fillotassi. 

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Il Pattinatore

Il Calciatore

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Il Corridore

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Il Pugile

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Il Danzatore

Lo Skater

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Campione medagliato di slittino

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Uomo seduto

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Sintesi umana

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Angelo xilosofico

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Il mezzo maresciallo

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Il Cantricheco

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cane segnaterritorio

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