
IL LUMACHERECTUS


Il Lumacherectus, visto così com’è, rappresenta un’incertezza evolutiva, Darwin sarebbe stato felice di studiarlo. Si tratta di un lumacone in posizione verticale caratterizzato da tre segmenti toracici, due occhi a tubolo rivolti verso l’alto e due antenne retrattili. Ha conquistato la posizione eretta passando dallo stato vermiforme a quello scimmiesco, tuttavia la testa è rimasta in asse orizzontale, come se il lumacherectus fisicamente deambulasse ma mentalmente continuasse a strisciare. Gli zoofitologi ipotizzano che questo cambiamento sia dovuto a una volontà di elevazione tipica delle creature del regno animalegno che si nutrono d’immaginazione.
La conseguenza è che il lumacherectus ha sempre la testa rivolta al cielo, lo sguardo perso tra le nuvole, non può vedere dove va, perciò si mostra imbronciato (sarebbe meglio dire ingrugnito visto che è un animalegno). Eppure vuole camminare, come si osserva dai suoi pseudopiedi e pseudozampe in formazione.
Con quella testa a mezz’aria è facile che vada a sbattere contro gli ostacoli, perciò si mette a deambulare solo quando vede il proprio riflesso nel cielo; questo evento si verifica generalmente in presenza di nubi a strati con effetto luminanza. In caso contrario rimane immobile. Gli basterebbe piegare la testa verso il terreno, ma gli è venuto a noia quell’odore e trova più immaginazione in cielo. Perciò, per evitare di andare a sbattere, sta dando forma a due moncherini, posizionati sotto il grugno, che spera di trasformare in braccia sensitive da usare come fanno le persone cieche, che sanno immaginare più di quelle sane.
Alcuni zoofitologi situazionisti, guardando il lumacherectus di profilo, si sono accorti che la testa non appare bloccata verso il cielo ma è orizzontale e gli occhi tubolari non sono altro che due corna in formazione. Lo scontro tra le due scuole di pensiero è una battaglia sui punti di vista. Recentemente è intervenuto nella querelle un botanico parallelo il quale sostiene che in realtà i Lumacherectus sono due in uno. Uno zoofitologo filosofo ha lasciato tutti gli studiosi perplessi chiedendo a quale realtà si riferiscano.