"La natura continua ad affascinare perché è intimamente e simbolicamente legata al nostro inconscio che ne riproduce le forme e i motivi nei sogni e nelle fantasie. Purtroppo l'economia ha pervaso la mente dell'uomo moderno alienandola dalla sua natura più profonda e rendendola incapace di percepire l'anima delle cose. 

Invece, l'area percettiva presso tutti i popoli tribali è particolarmente sviluppata. Essa è in grado di offrirci non soltanto nuove conoscenze, ma anche un'alternativa allo stile di vita moderno che ha portato il pianeta vicino al tracollo. 

La cultura animista insegna che le parti psichiche più profonde non si presentano solo sotto forma di immagini, ma anche nella veste di entità naturali vere e proprie: quindi per il nostro inconscio Anima e Natura non sono dissociabili. Anzi, tale combinazione è stata per molte migliaia di anni funzionale all'armonizzazione della personalità e quindi della realizzazione del Sé. 

 

Se l'uomo moderno intende recuperare la propria anima profonda deve aprirsi a questo tipo di percezione, deve riporre al centro dei suoi interessi il rapporto personale con la sacralità degli esseri, dei luoghi, degli eventi. Anima crea ricettacoli in ogni luogo, in qualunque luogo, per il fatto stesso di entrarvi dentro. Lo strumento con cui fa questo è la fantasia. I fenomeni prendono vita e diventano portatori di anima attraverso le nostre fantasie immaginose su di essi. Quando non abbiamo fantasie sul mondo, il mondo è oggettivo, morto. La fantasia non è semplicemente un processo interiore che avviene nella mia testa: è un modo di essere nel mondo e di restituire al mondo l'anima". 

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